domenica 5 novembre 2017

alburno di fiume, Alburnoides bipunctatus

L’alburno di fiume, Alburnoides bipunctatus(Bloch, 1782).
Nomi comuni esteri - Francese - Ablette de courant, Ablette grise, Lignette, Louvotte, Lurette, Mesaigne, Platet, Religieuse, Spirlin. Inglese - Riffle minnow, Bleak, Chub, Schneider, Spirlin. Tedesco - Alandblecke, Alandblicke, Alantbleck, Alandblecke, Auklege, Bambeli, Bammeli, Blatteln, Breit-Bleck, Breitblecke, Breitinher, Gestreifte laube, Kleinweißerl, Krim-Schneider, Platzer, Reißlaube, Riemling Schneider, Schnieder, Schußlaugel, Schußlaube, Silberlauing, Steinankerlaube, Steinlaube, Stocklaugle, Strauß, Streifling, Stronze, Trätschlaube, Weißerl. Olandese - Gestippelde alver. Danese - Strømløje. Norvegese - Strmlaue. Svedese - Strömlöja. Finnico - Punasalakka. Russo - Bystrjanka, Obyknovennaya bystryanka. Polacco - Piekielnica, Piekielnica a. szweja, Piekielnica wschodnia. Repubblica Ceca - Belicka pruhovaná, Corek, Ouklejka pruhovana, Ploska. Slovacchia - Ploska pásavá. Ungherese - Sujtásos küsz. Rumeno - Latita, Beldita, Beldiţă. Bulgaro - Govedarka. Sloveno - Pisanka. Serbo - Pliska. Macedone - Vardarka. Greco - Tsironaki. Turco - Noktali inci baligi Turkey. Iran - Khayyateh, Mahi Khayateh, Mahi Khiateh, Shebhe Zury.
Note sulla sistematica - La sistematica della specie è tuttora controversa. Particolarmente controverso è lo status delle popolazioni della Tracia (strymonicus, fiumi Marizza, Mesta, Struma), della Bulgaria orientale (tzanevi, fiumi Kamitscha, Rezowa, Velika), della Sarmatia (rossicus, fiumi Bug, Dnepr, Dnestr, Don, Kama, Volga), considerate sottospecie dalla letteratura classica. Tuttavia, dal punto di vista zoogeografico, è possibile che strymonicus sia una sottospecie e che le altre possano rappresentare nuove specie di Alburnoides.
Distribuzione di Alburnoides bipunctatus secondo IUCN - L’area di diffusione dell’alburno è limitata alle acque continentali dell’Eurasia dove finora sono note in tutto una dozzina di sottospecie. Fiumi e laghi dell'Europa centrale (dalla Bretagna all'Ucraina), sudorientale (dalla Bessarabia alla Tracia) e dell'Asia centroccidentale (dall'Anatolia alla Transcaspia, a nord fino al Bassopiano Sarmatico centrale). Apparentemente isolata in Albania. Si considera che la specie abbia avuto come centro di origine l'area pontica (Hanko 1932), con area principale situata nei bacini tributari del Danubio. 

Caratteri meristici - Squame in serie laterale laterale: 41 - 58. Branchiospine: 5 - 12. Vertebre: 37 - 44 Pinna dorsale: II - III, 6 - 10 (di solito 8). Pinna caudale: 19. Pinne pettorali: 15. Pinne ventrali: 9 - 10. Pinna anale: II - III, 12 - 171/2. Denti faringei: 2.5 - 5.2. Numero cromosomico: 2n = 50.
Descrizione - Corpo a sezione trasversale ovale compressa lateralmente, nettamente più alto nella parte anteriore al peduncolo caudale. Lunghezza del muso pari o leggermente inferiore al diametro oculare. Bocca in posizione terminale. Denti faringei biseriati. Linea laterale fortemente incurvata verso il basso, bordata da una doppia linea di pigmento scuro. Pinna anale con origine lievemente arretrata rispetto alla corrispondenza del termine della base della pinna dorsale. Il colore di base della livrea è argenteo, con dorso bruno olivastro. Durante il periodo riproduttivo la base delle pinne pari acquista una tinta arancione intenso e sui fianchi appare una banda laterale violetta che partendo dall'opercolo raggiunge la coda.
Dimorfismo sessuale - Al di fuori del periodo di frega, la determinazione del sesso in base ai caratteri esterni risulta estremamente difficile. Nel periodo riproduttivo compaiono tubercoli nuziali sulla testa e sui raggi delle pinne pettorali. I tubercoli appaiono più marcati nel maschio che nella femmina. Questi caratteri riproduttivi non sono osservabili negli esemplari del fiume Aar e in quelli allevati in acquario. Alcuni autori sostengono che i maschi possiedano pinne pettorali più lunghe, e che il corpo del maschio sia più snello di quello della femmina (Papadopol & Cristofor 1980, Etessami 1982). Le femmine sono sempre più grandi e pesanti dei maschi di pari età.

Habitat e abitudini - In Europa l'Alburno risale i torrenti della zona della trota fino ad altitudini superiori a 500 m, ma il suo habitat ideale si colloca al confine tra la zona inferiore della trota e quella del barbo, in corsi d'acqua con pendenza variabile tra 1.5 e 4%. In Armenia lo si può incontrare fino a 2.100 m di quota (Dadykian 1972). I dati sulla ripartizione spaziale del'Alburno di fiume dimostrano che la specie è presente, in eguale misura, sia in acque correnti che in acque ferme. Evita i torrenti alpini con acque fredde di ghiacciaio, ma si trova in tutti i piccoli corsi d'acqua con una pendenza inferiore all'8%. Se la geomorfologia e le condizioni di ossigenazione sono soddisfacenti, A. bipunctatus colonizza i fiumi per tutta la loro lunghezza. A causa della scarsa importanza economica di questo piccolo Ciprinide, fino a poco tempo fa non erano disponibili conoscenze approfondite relative alla sua biologia.
Gli habitat preferiti variano in funzione della stagione e dello stadio di sviluppo. l'Alburno si trattiene solitamente nelle zone ad acqua libera e corrente, tranne che in inverno, quando ricerca insenature calme e profonde dove si trattiene inattivo. Le larve e i giovanissimi esemplari popolano tratti poco profondi e quasi del tutto privi di correnti dei corsi d’acqua; gli individui più vecchi formano branchi costituiti da più classi d’età che si riuniscono nelle zone più profonde e a volte esposte a forti correnti. L’ambiente riccamente strutturato (legno morto, radici, blocchi di pietra, ecc.) nonché la variabilità delle correnti e della profondità sono determinanti per tutti gli stadi dello sviluppo. Grazie alle migrazioni compensatrici o legate dell’attività di riproduzione, gli alburni possono colonizzare in grande numero nuovi ambienti. colonizza i corsi d’acqua appartenenti alla zona delle trote, dei temoli e dei barbi. Le principali specie accompagnatrici sono lo scazzone (Cottus gobio), il barbo (Barbus barbus), la trota (Salmo trutta fario) e il cavedano (Leuciscus cephalus).

Alimentazione - Il regime alimentare di A. bipunctatus è composto essenzialmente di larve d’insetti acquatici (ditteri, effimere, plecotteri e tricotteri) e piccoli crostacei. In misura minore vengono ingeriti anche alghe e detriti. D’estate gli apporti esogeni (organismi che cadono in acqua), costituiscono una parte importante dell’alimentazione degli adulti.
Riproduzione - Anche se secondo la letteratura (Muus & Dahlström 1993, Mann 1996), il periodo riproduttivo di A. bipunctatus si estende da maggio a giugno, studi recenti fanno ritenere che questa specie presenti una frega policiclica, con maturazione delle gonadi in più riprese durante la stagione. Individui giovani, ancora privi di squame formate, sono stati catturati con l'elettrostorditore in alcuni torrenti svizzeri durante l'inverno (Breitenstein & Kirchhofer, Informations concernant la peche n° 62). Papadopol & Cristofor (1980) parlano di un enorme potenziale riproduttivo di A. bipunctatus in Romania, dove va in frega da quattro a cinque volte per stagione. Durante il primo episodio riproduttivo, che si verifica da giugno ad agosto con temperatura dell'acqua da 14 a 24 °C, vengono liberate più di un quarto delle uova. Il resto dei gameti viene espulso in tre o quattro volte, ad intervalli di circa 15 giorni. L'Alburno di fiume è specie litofila, le uova vengono deposte nella zona interstiziale del substrato ghiaioso o direttamente sulle pietre, in certi casi può deporre anche su foglie morte o frammenti lignei.
I branchi in riproduzione ricercano acque pulite, bene ossigenate e con corrente che deve avere velocità <0.1 m/s e >0.5 m/s a livello del fondale. Gli esemplari in frega si trattengono per diversi giorni sui luoghi di deposizione, durante questo periodo si osservano spesso interazioni aggressive tra maschi. Durante la copula, i riproduttori si strusciano sul substrato vibrando fortemente mentre emettono uova e sperma. Le uova, rotonde e di colore bianco giallastro, hanno un diametro medio variabile da 1.8 - 2.1 mm. Su tutta la superficie di ogni uovo sono regolarmente distribuiti dei filamenti dotati di estremità clavata e spesso bifida. I filamenti sono adesivi, consentono una eccellente presa sul substrato, ed impediscono che l'uovo venga trascinato via dalla corrente. Lo sviluppo embrionale richiede un’incubazione di 110-120 gradi/giorno.

Accrescimento e resilienza - Tempo minimo di raddoppiamento della popolazione, medio: 1.4 - 4.4 anni (K = 0.36; tmax = 6; Fecondità >10,000) L’alburno raggiunge la maturità sessuale all’età di 2 anni. Alla schiusa le larve sono fotofobe, trascorrono il periodo di riassorbimento del sacco vitellino tra le anfrattuosità del fondo, al riparo dalla corrente. In acquario è stato osservato che la larva si ancora al substrato con la testa. Dopo circa una settimana la larva si sposta verso la superficie, riempie la vescica natatoria e completa lo sviluppo con la differenziazione delle pinne e degli altri organi. Ad un anno i giovani di A. bipunctatus misurano tra i 15 - 53 mm ed i 52 - 96 mm. Questa forte differenza di taglia può dipendere da un tasso di crescita diverso tra un individuo e l'altro o da un differente periodo di deposizione e schiusa delle uova. La crescita è un poco più forte tra la fine del primo anno ed il raggiungimento della maturità sessuale. Differenti fattori ambientali, temperatura, disponibilità di cibo, concorrenza alimentare ecc., possono determinare differenze di crescita significative.
In Europa A. punctatus mostra un netto gradiente di taglia, decrescente da nord a sud. La taglia massima è di circa 16 cm, ma individui superiori a 12 cm sono molto rari. L'Alburno di fiume vive generalmente 5 o 6 anni, ma sono stati segnalati individui di 9 anni.

Predatori, parassiti e malattie - Questi pesci sono comunemente parassitati da trematodi monogenei come Dactylogyrus alatus, D. chalcalburni e Diplozoon paradoxum. Shamsi et al. (1997) riferiscono come parassita della specie Clinostomum complanatum, capace di causare laringo faringiti nell'uomo. L'alburno di fiume è predato da pesci (aspio, cavedano luccio, siluro, lucioperca ecc.), uccelli ittiofagi (cormorano, pellicano, airone, nitticora, ecc.) e serpenti d'acqua.
Status della specie - Nel IXX secolo la presenza dell’alburno era segnalata praticamente in tutti i corsi d’acqua dell'Europa centrale (Fatio 1882)e, secondo alcuni autori, anche nei piccoli ruscelli. Durante gli ultimi decenni, si è verificato un forte calo delle popolazioni di alburno di fiume. Ad esempio la specie è scomparsa nel fiume Meno, è diventata rara negli affluenti del Reno e rarissima nel corso principale del Danubio. I dati relativi al Reno riguardano soltanto la confluenza della Birse con il fiume principale e le popolazioni renane tra il Bâle ed il Lago di Costanza (Lelek & Buhse 1992). I gruppi di popolazioni più importanti sono distribuiti nei bacini tributari del Danubio, nelle regioni del Reno e dell'Elba si incontrano sempre popolazioni di modesta entità. Nell'Europa centrale la specie sembra essere fortemente diminuita a causa di inquinamento e dell'eutrofizzazione dei corsi d'acqua. Le modifiche dell’habitat (opere di protezione, perdita di tratti a scorrimento libero, ecc.) e gli ostacoli alla migrazione costituiscono le minacce più serie per la specie. Inoltre, una qualità precaria delle acque, oltre a una forte attività predatoria (presenza di pesci predatori) possono ridurre in modo notevole gli effettivi di alburno. Fortunatamente il potenziale riproduttivo della specie (maturità sessuale già a due anni, vari periodi di frega) consente, quando siano ripristinate condizioni ambientali favorevoli, un rapido ripristino di consistenza numerica.

Protezione - Nessuna. L’Alburno di fiume (Alburnoides bipunctatus) appartiene alle specie ittiche minacciate in Europa citate nella direttiva CEE 92/43, dovrebbe essere oggetto di misure protezionistiche adeguate. La specie è tutelata in Olanda. Nella Lista Rossa IUCN (International Union for Conservation of Nature and Natural Resources) la specie è classificata a preoccupazione minima (LC, Least Concern).
Valore economico - Ad eccezione del suo ruolo ecologico, A. bipunctatus ha scarso interesse economico. In epoche relativamente recenti la specie veniva attivamente pescata e commercializzata. Ai tempi di Gessner, a Zurigo, era apprezzato come frittura e da esso si estraeva una sorta di gelatina (Hofer 1911). A Soleure verso la fine del XVI secolo, l’"Yscherig" e altri piccoli pesci erano venduti a 3 batz la misura (Von Liebenau 1897).
Pesca - La pesca commerciale è irrilevante. La pesca sportiva di solito ha carattere amatoriale e viene praticata utilizzando le tecniche adatte per l'alborella comune.

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