giovedì 2 novembre 2017

Gardon di Stefano Porcellotti

Irutilo, Rutilus rutilus (Linnaeus, 1758).
Nomi comuni esteri - Francese - Gardon, Gardon blanc, Blanchet, Roche, Echatout, Vengeron. 
Spagnolo - Rutilo. Portoghese - Pardelha-dos-Alpes. Greco - Tsironi. Inglese - Roach. Gaelico - Roiste. Gallese - Rhufell. Tedesco - Plötze, Plotze, Plotz, Rotauge, Ridde, Roddogen, Rotaltel, Rotaschel, Rothauge, Rotoog, Brunhövd, Furn, Meefischli, Schmahl, Schwal, Weißfisch, Zicke. Danese - Almindelig Skalle, Gråskalle. Olandese - Blankvoorn. Norvegese - Mort. Svedese - Mört. Finnico - Särki. Polacco - Ploc, Ploc aralska. Repubblica Ceca - Plotica obycajna, Plotice obecná, Radoun, Radounek, Belice. Repubblica Slovacca - Plotica obycajná. Slovenia - Rdeceoka. Rumeno - Babuscä, Ocheana, Taranca. Bulgaro - Babushka, Tarran. Magiaro - Bodorka. Russo - Plitka, Plotva, Taran. Turco - Kizilgöz baligi. Persiano - Talaji, Kolme, Kolmeie Gorgon, Mahi Cheshm Qermez.
Distribuzione di Rutilus rutilus secondo IUCN (la cartina, il testo è mio) - L'areale originario della specie è molto vasto, dalle Isole britanniche e dalla Francia ad ovest, fino alla Siberia ad est, a sud non supera le Alpi, i Pirenei, e non giunge alla Penisola Ellenica. R. rutilus è presente anche in tutti i bacini afferenti al Mar Caspio ed al Mar Nero, con l'eccezione della costa anatolica della Turchia. In Italia la specie è alloctona. Il Rutilo è stato introdotto, volontariamente o accidentalmente, in molti bacini del centro e del settentrione, insieme a materiale da ripopolamento di provenienza estera o per scelta deliberata.

Caratteri meristici - Squame in serie laterale: 39 - 41 + 2 - 3. Squame sopra la linea laterale: 7 - 8. Squame sotto la linea laterale: 4 - 5. Branchiospine: 10 - 11. Vertebre: 39 - 41. Pinna dorsale: III; 101/2. Pinna anale: III; 101/2. Pinne pettorali: I; 15 - 18. Pinne ventrali: II; 7 - 8. Pinna caudale: 18 - 19.
Descrizione - Corpo allungato, a sezione traversale ellittica, leggermente compresso in senso laterale, con altezza massima pari al 25 - 35% SL. Negli esemplari di taglia maggiore è presente una gibbosità nucale più o meno marcata. Gli esemplari delle popolazioni di acque ferme o lente sono generalmente più tozzi. Testa robusta, con muso appuntito. Bocca relativamente piccola, in posizione terminale. Denti faringei monoseriati. Occhio grande, di diametro pari o leggermente inferiore alla lunghezza del muso. Linea laterale situata sotto la linea mediana del corpo, incurvata verso l'alto nella parte anteriore. Livrea del dorso variabile da verde oliva a bruno verdastro. Fianchi dello stesso colore di fondo del dorso, con squame argentee, gradatamente più chiari in senso dorso-ventrale. Assenza di striscia scura laterale. Se si osserva l'esemplare da una certa angolazione, tra dorso e parte superiore dei fianchi si nota una striscia longitudinale iridescente dorata.
Ventre di colore bianco, talvolta con sfumature giallastre. Negli adulti l'iride è tipicamente di colore rosso, con riflessi dorati e rari piccoli melanofori scuri, negli immaturi è dorata. Pinne dorsale e caudale semitrasparenti, dello stesso colore del dorso, con sfumature grigie o verdastre. Le pinne pari e la pinna anale sono di colore rosso, di tonalità più intensa durante il periodo riproduttivo.

Dimorfismo sessuale - Non evidente. All'epoca della frega le femmine sono più tozze a causa della maturazione delle gonadi. Nello stesso periodo i maschi sviluppano tubercoli nuziali sulla testa, sulla parte anteriore del corpo, sulle pinne pettorali e ventrali. Piccoli tubercoli possono essere presenti anche sulle femmine, ma sono sempre assenti dalle pinne.

Habitat e abitudini - Specie ubiquitaria ad ampia valenza ecologica. Esistono popolazioni stanziali in acqua dolce e semianadrome nel mari a bassa salinità, come il Mar Nero ed il Mar Baltico. Tra le specie semianadrome risulta tra le più tolleranti, il livello di salinità mortale corrisponde al 15 - 16‰. Gli esemplari semianadromi svolgono la fase trofica nelle acque costiere salmastre, ed entrano nel corso inferiore di fiumi e nelle lagune costiere per riprodursi. Lungo le coste settentrionali del Mar Caspio frequentano generalmente acque di profondità non superiore a 7.5 m, ma lungo le sponde delle coste iraniane Knipovich (1921) segnala catture di esemplari a 36.6 - 53.0 m di profondità. Le popolazioni di acqua dolce sono presenti a quote dal livello del mare fino circa a 500 - 600 metri di quota, dove colonizzano una vasta varietà di habitat. Principalmente frequentano fiumi di grande e media portata e laghi, ma sono presenti anche in corsi d'acqua minori, canali, zone paludose e stagni. R. rutilus è molto adattabile, dimostra elevata resistenza ad agenti inquinanti e a basso livello di ossigeno disciolto, per questo risulta avvantaggiato in tutti gli ambienti soggetti a forte impatto antropico.
Prospera in acque eutrofizzate, in canali artificiali, e nei bacini idroelettrici, luoghi dove spesso soppianta le popolazioni ciprinicole preesistenti. Di indole gregaria forma branchi, anche numerosissimi, composti da esemplari di taglia ed età eterogenee. I branchi non compiono grandi spostamenti, tendono a trattenersi è più facile la ricerca del cibo. Solo durante il periodo di frega i riproduttori si radunano per migrare alla ricerca di zone adatte alla riproduzione. Le popolazioni semianadrome del Mar Caspio iniziano a risalire i fiumi al principio della primavera. I pesci di taglia maggiore sono i primi a comparire in acqua dolce, mentre gli immaturi si trattengono durante l'estate in acqua salmastra e risalgono per la prima volta in autunno, quando le loro gonadi giungono a maturazione. Come terreni di frega vengono poi utilizzate le vaste pianure alluvionali, dove il basso livello dell'acqua consente un rapido riscaldamento da parte dei raggi solari. Dopo la deposizione pesci fanno ritorno al mare nella stessa sequenza della migrazione iniziale.
Le larve e gli avannotti trascorrono la prima estate di vita in acqua dolce, poi migrano in acque salmastre al principio dell'autunno. Le popolazioni di acqua dolce, durante i mesi più caldi si trattengono in acque poco profonde, lungo i litorali lacustri e le sponde dei fiumi di portata maggiore. Nei fiumi i branchi svernano in acque profonde, sotto grandi massi o in anfratti del fondale, mentre nei laghi scendono sotto la linea del termoclino, senza però interrompere del tutto l'attività alimentare.

Alimentazione - Dieta onnivora, a composizione variabile secondo l'età ed i cicli stagionali. L'alimentazione comprende insetti acquatici, vermi, molluschi, crostacei, plancton, alghe filamentose ed epilitiche e detrito organico. In estate la componente vegetale può divenire predominante. Durante le prime settimane di vita le larve si cibano di fitoplancton, per poi passare allo zooplancton ed a microrganismi bentonici.

Riproduzione - La frega generalmente si svolge da aprile a giugno, quando la temperatura dell’acqua supera i 12 °C, con optimum compreso tra i 16 ed i 17°C, a seconda delle condizioni climatiche dell'anno in corso, può anticipare o posticipare. Gli accoppiamenti si svolgono con modalità collettiva e si concludono nell'arco di 5 - 10 giorni. La frega avviene in acque profonde, ben ossigenate, con fondali a prevalenza di sabbia e ghiaia, ricchi d’idrofite La specie è molto prolifica, le femmine più grandi possono produrre fino a centomila uova per stagione. Le uova, sono adesive, di colore giallastro, del diametro compreso tra 1,2 e 1,6 mm. Dopo la fecondazione le uova aderiscono alle radici sommerse, alle erbe acquatiche o ad altri elementi del substrato fino alla schiusa. La durata dello sviluppo embrionale è breve, richiede circa 4 - 10 giorni dalla fecondazione. Alla schiusa le larve misurano circa 5 - 6 mm. Gli esemplari introdotti in Italia possono ibridarsi sia con R. aula che con R. rubilio, producendo ibridi fecondi, agendo da ponte tra due specie altrimenti riproduttivamente isolate e compromettendone l'integrità genetica. 

Accrescimento e resilienza - Tempo minimo di raddoppiamento della popolazione, medio: 1.4 - 4.4 anni (K = 0.10 - 0.21; tm = 2 - 3; tmax = 12). I maschi raggiungono la maturità sessuale tra il secondo ed il terzo anno di vita, le femmine solitamente un anno più tardi. La velocità di crescita e la dimensione massima sono condizionate dalla capacità trofica dell'ambiente. Dimensione massima segnalata: 50.0 cm SL. Peso massimo pubblicato: 1.840 g. La maggioranza degli esemplari risulta compresa tra 10 - 20 cm, con un peso corrispondente di 100 - 200 g. Età massima riportata: 14 anni.
Predatori, parassiti e malattie - La specie è ospite di numerose specie di parassiti, viene colpita da malattie, batteriche, virali e, in condizioni di sofferenza, da vari ceppi di funghi. I predatori sono rappresentati da serpenti acquatici, varie specie di uccelli ittiofagi e pesci. Nel bacino del Caspio, tra i pesci ittiofagi il principale predatore è il lucioperca (S. lucioperca), con fino al 65% di R. rutilus tra le componenti della dieta. Nel Mar Caspio, la specie viene predata anche da pellicani (Kushnarenko, 1978) e dalla foca autoctona (Pusa caspica) (Krylov, 1984).
Status della specie - La specie risulta comune e relativamente abbondante in quasi tutta la sua area di distribuzione, e non sono segnalate particolari cause di minaccia. Alcune popolazioni possono entrare in declino a causa di alterazioni ambientali di vario genere, come inquinamento, captazione idrica o siccità improvvise. R. rutilus risulta in espansione, a causa delle introduzioni effettuate in molti paesi dell'Europa occidentale, come Spagna ed Italia. Diversa è la situazione nel Mar Caspio e nel Mare d'Aral, zone ad elevata pressione di pesca e soggetti a fenomeni d'inquinamento particolarmente gravi. Nel Mare d'Aral la situazione è aggravata dalla continua sottrazione d'acqua effettuata per scopi industriali ed agricoli. A conferma della gravità della situazione, Holčík and Oláh (1992) riportano che, nella laguna costiera iraniana di Anzali Mordab, i pescatori professionisti pescarono nel 1990 soltanto 5 kg di rutili.
Protezione - In Europa centro occidentale, visto l'interesse rivestito per la pesca sportiva, esistono misure minime e periodi di divieto. Misure per prevenire la sottrazione di acque sono allo studio nei paesi rivieraschi del Mar Caspio. In Iran sono adottate misure a sostegno della specie, tramite immissione di materiale di allevamento, dirette a migliorare la pescosità del Mar Caspio. L'impianto di "Sad-e Sangar", stabilimento ittico iraniano situato nei pressi di Rasht, produce 3 milioni di avannotti per anno, ed altri allevamenti sono presenti ad Astara e nella laguna costiera di Anzali (Mokhayer, 1972b). Negli anni 1999 - 2000, furono immessi nel Caspio 30 milioni di avannotti (I.F.R.O. Newsletter, 23:4, 2000). Nella Lista Rossa IUCN (International Union for Conservation of Nature and Natural Resources) la specie è classificata a basso rischio (LC, Least Concern).
Valore economico - In Italia la specie è priva d’interesse commerciale. In Europa centro occidentale ha valore per la pesca sportiva e, localmente in gastronomia. In Europa orientale viene invece regolarmente commercializzata, fresca, congelata o conservata in vari modi, in quasi tutti i mercati, Il rutilo è una tra le specie commerciali di maggiore interesse commerciale nella regione del Caspio. Nel 1930 ne venivano catturati fino a 15 miliardi di esemplari, pari al 45.5% del totale del pesce catturato nel Mar Caspio o circa il 20% dell'intero pescato dell'Unione Sovietica. Studi archeologici hanno dimostrato che, nella stessa regione, i rutili venivano pescati già 5000 anni fa (Tsepkin, 1986).
Pesca - Nel Mar Caspio, la pesca commerciale viene esercitata da battelli provvisti di reti a strascico o da circuizione. La pesca sportiva viene attivamente praticata in tutta Europa con tecniche simili a quelle utilizzate per la cattura del cavedano e degli altri ciprinidi. Il rutilo rappresenta una delle specie maggiormente insidiate durante le competizioni sportive. Probabilmente per questo motivo alcuni sconsiderati hanno introdotto R. rutilus, assieme all'abramide, nelle acque interne italiane in occasione di gare particolarmente importanti. Questo accadde probabilmente prima dell'inizio del campionato del mondo di pesca a Firenze, con l'acclimatazione della specie nel corso medio inferiore dell'Arno.

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